IL LUOGO COMUNE LO VUOLE INDIPENDENTE E SOLITARIO. IN REALTÀ ANCHE IL GATTO PUÒ MANIFESTARE L'ANSIA DA SEPARAZIONE QUANDO VIENE LASCIATO SOLO A CASA DAL PROPRIETARIO.
Quando si parla di ansia da separazione si pensa subito a un problema tipico del cane. In realtà, anche se molto meno frequente, è un disturbo che si può riscontrare pure nel gatto, nel quale spesso è sottovalutato, in quanto il piccolo felino è comunemente considerato, a torto, un animale solitario e asociale. Si tratta invece di una problematica che, oltre a produrre sofferenza nel gatto, può condurre a comportamenti molto disturbanti per il proprietario.
Di cosa si tratta?
Con il termine di ansia da separazione si intende una condizione di forte stress in rispostaall’allontanamento della figura di attaccamento che
generalmente è il proprietario. Lasintomatologia si manifesta nel momento in cui avviene il distacco dal
proprietario ed è caratterizzata da comportamenti di distruzione, in particolare verso oggetti del proprietario o verso
i punti di uscita (finestre, porte ecc.); tentativi di evadere dall’abitazione e vocalizzazioni eccessive.
Altri sintomi sono: eliminazioni inappropriate di
feci e/o urine; attività locomotorie ripetitive; traumi autoindotti; o sintomi quali ansimazione, salivazione
eccessiva,anoressia, inattività e apatia. Nel momento in cui il proprietario si prepara a uscire, il gatto inizia e a seguirlo “come un’ombra”
manifestando agitazione, ansimazione, tremori, salivazione e tutti i segni tipici dell’ansia.
Anche il ritorno a casa è un momento critico in quanto il piccolo felino manifestaagitazione a volte associata
a eliminazione di urina. Il rapporto instaurato tra questi soggetti e i loro proprietari è caratterizzato da un forte attaccamento
reciproco e un alto grado di dipendenza del gatto dall’uomo. Confrontando cane e gatto si evidenzia come nel cane l’ansia da separazione si manifesti nella
maggioranza dei casi con distruzione e vocalizzazioni.
Nel gatto invece le manifestazioni sono meno eclatanti o forse sottovalutate a causa dell’idea errata che si ha di questo piccolo felino.
I sintomi di ansia da separazione nel gatto sono principalmente l’eliminazione inappropriata di feci e urine e vocalizzazioni rappresentate
da miagolii insistenti manifestati durante l’assenza del
proprietario. Spesso può verificarsi che le eliminazioni avvengano sui vestiti, oggetti o sul letto del proprietario.
Nei casi più gravi di ansia da separazione il gatto può arrivare a comportamenti di autotraumatismo, come per esempio leccare
insistentemente alcune parti del corpo(addome, fianchi, coda) fino a lesionarsi la cute con vere e proprie ferite autoindotte. Altri sintomi meno frequenti
possono essere anoressia o polifagia nel momento di assenza del proprietario.
Anche nel gatto si assiste all’ansia anticipatoria dell’uscita del proprietario, ma non sono stati riscontrati comportamenti aggressivi. Non
è comunque da escludere che il felino arrivi a graffiare o mordere per attirare l’attenzione nel momento dell’uscita.
Le possibili cause
A differenza del cane, nel gatto non sono stati identificati fattori di rischio associati all’ansia da separazione ma sembrerebbero maggiormente
predisposti i gatti maschi castrati, che non hanno accesso all’ambiente esterno o che vivono con un nucleo
familiare composto da una sola persona. Non sono comunque da escludere i fattori di rischio identificati nel cane. Inoltre, non va dimenticato
che il proprietario può alimentare l’ansia da separazione sia cercando di rassicurare il gatto nel momento di
uscita sia al contrario punendolo per i “dispetti” trovati.
Nel primo caso le rassicurazioni vanno involontariamente a rinforzare e quindi mantenere la sintomatologia dell’ansia da separazione; nel
secondo caso invece la punizione può peggiorare lo stato emotivo dell’animale ed esacerbare il senso di ansia e di frustrazione incrinando così il rapporto
uomo-animale. Anche mantenere un rapporto di iperattaccamento con il proprio gatto può alimentare l’ansia da separazione.
Come comportarsi?
Come dobbiamo fare se ci troviamo davanti a un gatto che manifesta questi comportamenti? È importante prima di tutto non sottovalutare i
comportamenti del nostro micio in quanto sono il primo campanello dall’allarme. Nel caso di ansia da separazione è necessario intervenire su molteplici fronti. Uno di questi
è sicuramente l’ambiente di vita che può essere migliorato attraverso l’arricchimento ambientale con l’inserimento
di giochi e attività che permettono al gatto di esprimere comportamenti per lui fondamentali come la caccia e la predazione.
L’ideale è quello di introdurre un gioco interattivo correlato al cibo che deve essere dato
al gatto nel momento in cui avviene la separazione dal proprietario per associarla a qualcosa di veramente speciale. Anche mantenere una routine domestica
precisa(orari, uscite, pasti, interazioni) ha un ruolo importante in quanto rende l’ambiente prevedibile riducendo l’ansia. È
essenziale abituare il gatto in modo graduale al distacco dal proprietario attraverso delle separazioni all’interno
dell’abitazione, chiudendosi per esempio in una stanza e uscendo solo nel momento in cui il gatto non sta manifestando comportamenti d’ansia.
I preparativi di uscita devono a poco a poco diventare stimoli neutrali e per fare ciò èutile effettuare finti
preparativi senza però lasciare la casa. Per abituare il nostro piccolo felino a rimanere da solo è essenziale
identificare per quanto tempo il gatto rimane tranquillo dall’uscita del proprietario e quindi programmare delle uscite di durata
inferiore in modo da non scatenare la reazione ansiosa e a poco a poco aumentarne la durata.
Le rassicurazioni e le punizioni devono essere evitate! La terapia dell’ansia da separazione è complicata e richiede un
grande impegno da parte del proprietario e in alcuni casi è necessario associare una terapia farmacologica allo scopo di abbassare lo stato
ansioso del gatto e aiutarlo ad affrontare lo stress da separazione.
Come prevenire e contenere l'ansia da separazione
Fonte: www.petsandthecity.it
Autore: Greta Berteselli